Mentre preparavo la scaletta di un intervento sulla “tecnologia del libro e i vantaggi della lettura”, che insieme a Paolo abbiamo tenuto alle scuole superiori di indirizzo tecnico-informatico di Portomaggiore (Ferrara), ho assegnato una decina di minuti alle classiche domande e risposte sul rapporto con i libri: quanti libri avete letto nell’ultimo anno? vi ricordate qualche titolo? l’avete trovato in biblioteca, in libreria o a casa? se vi è piaciuto, l’avete consigliato a qualcuno?
In aula, però, non è andata come mi ero immaginata.
Quando ho visto che le mani alzate di fronte a queste domande erano davvero poche (solo 5 o 6 ragazzi su un centinaio hanno “ammesso”, complice anche la timidezza, di aver letto un libro ultimamente) ho capito che avrei dovuto impiegare diversamente i minuti a disposizione. Ho chiuso lo schermo del pc, abbandonato la guida sicura del powerpoint e iniziato a chiacchierare con loro. Alla fine, superato il primo colpo di fronte a un così alto numero di “estranei al libro”, il dialogo che abbiamo avuto mi ha aiutato a fare alcune considerazioni, che vorrei condividere qui.

1. L’abitudine alla lettura

Ovviamente è vietato generalizzare, ma i ragazzi che abbiamo incontrato non hanno l’abitudine di ritagliare, all’interno della giornata, un tempo da dedicare alla lettura. Il fatto è che il più delle volte bambini e ragazzi imparano “modellando” il comportamento degli adulti di riferimento e della società in cui crescono. Ma se è piuttosto difficile intervenire sulle abitudini delle singole famiglie, la scuola può (deve) occuparsi in modo significativo della questione.
Giusi Marchetta, insegnante e autrice del libro “Lettori si cresce” ha compilato una lista di 10 cose che la scuola può fare per crescere giovani lettori. Al primo posto c’è proprio quella di generare l’abitudine alla lettura. “Se si trattasse anche di un’ora sola a settimana, creerebbe comunque una piccola abitudine, regalando un momento di pausa dal mondo e dal bisogno di esservi costantemente connessi” (gli altri 9 utilissimi suggerimenti sono qui).

2. Se leggere è faticoso, ci vuole una soluzione

Perché non leggete? Una delle risposte più diffuse ha a che fare con la fatica. È vero, leggere è faticoso, soprattutto se non si è abituati. È come andare a correre o in piscina. Per continuare a farlo senza mollare è necessario che lo sforzo iniziale sia ripagato il più in fretta possibile. “La soluzione brillante – scrive qui Annamaria Testa – sarebbe riuscire ad anteporre, valorizzandolo, il piacere della lettura alla fatica del leggere: c’è un modo per farlo, credo, ed è l’assai sottovalutata lettura ad alta voce“.

3. I libri in tasca

Abbiamo chiesto: quanti di voi hanno un cellulare in tasca? E quanti di voi sanno che lì dentro ci può stare un mare di libri? Sembra incredibile ma pochi lo immaginavano. Pochi sapevano che “dentro” all’oggetto insieme al quale trascorrono la maggior parte del tempo possono trovare o mettere molti libri – anche gratuiti – e che quando, durante la lettura, trovano una frase che li colpisce o diverte, basta un clic per condividerla con gli amici. Proprio come facciamo con i video che ci piacciono? Sì, esattamente così.

4. I contenuti al servizio della creatività

Le copertine sono tutte brutte, non ce n’è una che mi attiri, ha ammesso un ragazzo.
Una scusa? Una giustificazione? La verità?
E se i ragazzi fossero invitati a (ri)disegnare la copertina di un libro? È vero, prima bisogna sapere di cosa parla, il libro va letto, almeno un po’, ma se la lettura è accompagnata da uno scopo, ovvero un’idea creativa che nasce e si sviluppa a partire dai contenuti, probabilmente per qualcuno diventerà un’attività più divertente.

5. Rendere il libro un oggetto della quotidianità

Durante l’intervento alle scuole, Paolo e io abbiamo raccontato – attraverso alcuni video – il modo in cui nasce un libro, come lo si “costruisce” fisicamente dentro una tipografia e come lo si smaterializza attraverso la digitalizzazione dei contenuti. Il “dietro le quinte” ha incuriosito moltissimo i ragazzi, li ha avvicinati al libro come oggetto, che sia fatto di carta e colla o di byte (su scala decisamente più piccola, abbiamo fatto quello che si propone di fare il “Patto per la lettura” firmato poche settimane fa dal Ministro dei beni e le attività culturali e dalle principali emittenti TV).
Alla fine della chiacchierata sono stati in molti a prometterci che questa estate avrebbero dedicato tempo alla lettura. Non sappiamo in quanti manterranno la parola, ma l’idea di aver tolto il libro dal piedistallo e di averlo immerso, almeno per un paio d’ore, nella quotidianità di quei cento ragazzi, ci ha resi orgogliosi del lavoro che facciamo.
Grazie Edicola!

Alice Rifelli