Raúl Zurita

Nato a Santiago nel 1950 e italiano per parte di madre (la nonna Josefina gli raccontava passi della Divina Commedia, opera alla cui traduzione Zurita si è poi dedicato), dopo il golpe militare viene deportato e torturato. Malgrado questa esperienza e, più tardi, la malattia, non abbandona mai la sua attività creativa.
Nel 1978 fonda con Diamela Eltit e altri, il “Colectivo de Acciones de Arte” (CADA) con lo scopo di usare l’arte come forma di resistenza alla dittatura militare. Unendo intento politico e sperimentazione visiva nel 1982 scrive sui cieli di New York quindici versi di La Vida Nueva, in omaggio ai gruppi minoritari dell’intero mondo. Altrettanto famosa è l’incisione lunga tre chilometri del verso Ni pena ni miedo, nel 1993, sulle rocce del deserto di Atacama, a nord del Cile.
Autore, tra gli altri di Purgatorio (1979), Anteparaíso (1982), Canto a su amor desaparecido (1985), La vida nueva (1994) e Zurita (2011), la sua opera è tradotta nelle principali lingue e la sua esperienza di arte e vita è stata raccontata nelle più prestigiose università del mondo. Nel 2020 riceve il Premio Reina Sofía de Poesía Iberoamericana, il più importante riconoscimento del mondo della poesia in lingua spagnola.