Nel maggio 2006 – e poi nel 2011 –  migliaia di studenti cileni occuparono strade e scuole in segno di protesta contro la Ley de Enseñanza, promulgata durante la dittatura di Pinochet, che favoriva la disuguaglianza sociale e la privatizzazione del diritto allo studio. La “rivoluzione dei pinguini”, come venne chiamata dalle divise scolastiche che si indossavano in Cile, viene raccontata in questo libro attraverso una serie di protagonisti, allievi di un liceo della zone sud di Santiago, a sud appunto dell’Alameda che taglia in due la città. Il racconto – grazie alla figura della madre del protagonista – riporta anche agli occhi dei lettori altre grandi proteste, e in particolare le mobilitazioni studentesche contro Pinochet nel 1985, gli studenti che persero la vita e quelli che sparirono e di cui non si seppe più nulla.

A rendere speciale questa narrazione è la scelta di intrecciare punti di vista differenti e tecniche diverse, dove la parte dell’illustrazione e i colori scelti da Vincente Reinamontes non possono che toccare e coinvolgere, con i loro picchi di rosso e di azzurro. Si alternano quindi le parti illustrate e le pagine di un diario: le prime danno voce ad un’anziana che vive accanto alla scuola, in una casa circondata da un muro, con sette cani husky, e da tutti conosciuta come “la pazza dei cani”. Il diario invece è scritto da Nicolás, il miglior portiere di calcio della scuola, che ha scelto di rimanere per l’occupazione senza nemmeno sapere troppo il perché. Forse è l’atmosfera che si respira a casa, l’idea di libertà e di senso della lotta per i diritti che sente nelle parole e nei racconti dei genitori, forse è per via di Paula, compagna arrivata da poco a scuola, così affascinante anche nel suo ruolo di portavoce del Centro Alunni.

Nel diario Nicolás riporta i dubbi e le domande che lo attraversano, le dinamiche che si innescano tra chi è rimasto ad occupare, la scoperta di certi lati di sé e di compagni che fin a quel momento ha ignorato o bollato con uno stereotipo. Dura una settimana e si apre con la scoperta, da parte dei ragazzi, che il preside e gli insegnanti che li hanno sostenuti e che hanno promesso di venire comunque a fare lezione in modo che non restino indietro col programma, improvvisamente si dicono contrari all’occupazione. Altre scuole intorno resistono; nel liceo il cibo scarseggia, la mensa è chiusa a chiave, ci si scontra su regole e opinioni, si subiscono sabotaggi, compaiono misteriosi doni alimentari. E intanto ci si interroga insieme sul senso di quel che si sta facendo e su quanto di simile sia stato fatto in altri anni.

La donna invece scruta col binocolo i ragazzi dalla sua casa: li osserva, paragona i loro entusiasmi ai tempi che ha vissuto, ne ha cura con la capacità di chi sa appunto aver cura lasciando fare, lasciando la giusta distanza che permette ai più giovani di provare con le proprie gambe, ma avendo comunque vicino qualcuno che sa e che vede. È un’insegnante, ha avuto il coraggio di essere onesta nel 1985 e di parlare ai propri allievi di cosa stesse succedendo davvero nel Paese, e ha pagato con il licenziamento le sue posizioni.

Quel che ne vien fuori, oltre che una testimonianza sulla storia del Cile in giorni vicini ai nostri, oltre che una testimonianza di presa di coscienza e della forza che possono avere gli ideali condivisi, è un libro su cui sicuramente cadrà l’occhio del lettore, che già dalla grafica non perde occasione per attirare lo sguardo e portare così verso una narrazione che merita. In Italia questo libro arriva grazie ad Edicola, casa editrice che si definisce garibaldina, che sta tra Italia e Cile e che in Italia ha sede a Ortona, in un’edicola, appunto!

Un assaggio in booktrailer qui.

Lola Larra – Vincente Reinamontes, A sud dell’Alameda (trad. di Rocco D’Alessandro), Edicola 2018, 285 p., euro 18

 

Pubblicato in Le letture dei Biblioragazzi.