La Cooperativa de Editores de La Furia, della quale siamo soci fondatori, è stata finora l’unica delle quattro associazioni di categoria del mondo del libro ad aver emesso un comunicato stampa. Francesca Bianchi l’ha tradotto per noi.

 

Nel contesto dell’attuale stato di emergenza e coprifuoco in cui si trova gran parte del paese, come Cooperativa de Editores de la Furia non possiamo restarcene in disparte, ancor più dal momento che il nostro mestiere ha a che fare con le parole e con la sopravvivenza della memoria, e dal momento che consideriamo i nostri libri un’arma con cui lottare contro ingiustizie come quelle che stanno accadendo in questi giorni.

Esprimiamo la nostra totale condanna nei confronti delle misure adottate dal governo, tramite il Ministro dell’interno, che non contribuiscono certo a creare il clima di pace che si vorrebbe ottenere.

Respingiamo le parole del ministro Andrés Chadwick che si è sistematicamente riferito ai manifestanti chiamandoli vandali, ignorando i motivi di fondo delle proteste ed evitando di parlare dell’esistenza di manifestazioni che nulla hanno di vandalico. Vediamo nell’operato del ministero e del governo una replica delle tecniche utilizzate durante la dittatura civico-militare che ha devastato il Cile più di trent’anni fa.

Ricordiamo la grande quantità di manifestazioni che si sono svolte a Santiago e in varie parti del paese e che superano di gran lunga il numero di furti e incendi nei supermercati a cui il governo fa riferimento. Concentrare l’attenzione su questi ultimi risponde alla necessità di giustificare misure repressive sempre più crudeli e distogliere l’attenzione dall’essenza di queste mobilitazioni. Non vediamo alcuna volontà di dialogo da parte delle autorità.

Ci opponiamo inoltre al ruolo che stanno ricoprendo i mezzi di comunicazione vicini al governo che sono i diretti responsabili dell’aumento della paura e delle divisioni tra la popolazione civile nel tentativo di delegittimare in questo modo un movimento che trova adesioni in gran parte della cittadinanza. Pretendiamo che non restino in silenzio davanti a ciò che succede ai nostri compagni e alle nostre compagne delle province dove la repressione si è scatenata con maggior ferocia e impunità.

Chiediamo ai vari dirigenti politici dell’opposizione di costituire una ferma controparte contro le misure che il governo sta adottando. Chiediamo alle scrittrici e agli scrittori, ai poeti, agli editori e alle editrici e al vasto mondo dei lettori di restare all’erta nei confronti della disinformazione che arriva dagli organi filogovernativi.

Esigiamo che venga convocato un tavolo di dialogo con i vari sindacati, i gruppi cittadini e di quartiere, le associazioni di artisti e di attori del mondo della cultura. Le attuali manifestazioni non hanno a che vedere soltanto con l’aumento del prezzo dei biglietti per la rete metropolitana, ma con le sistematiche violazioni a cui siamo sottoposti come società, violazioni permesse da una Costituzione creata durante la dittatura e pensata per perpetuare un modello che non ha fatto che atrofizzare la precarizzazione della vita e il furto delle nostre risorse.

Soffriamo per il Cile, ma crediamo che questa rivolta popolare sia la risposta di un popolo stremato e ci fa sperare che le condizioni di vita possano tradursi in una sola parola: DIGNITÀ.