Avere la possibilità di seguire i passi di una piccola casa editrice è un privilegio. In qualche modo si instaura un rapporto di fiducia. Quando esce un nuovo libro di Edicola io so già che, per quanto i libri possano essere diversi tra loro (cosa auspicabile per quasi tutti gli editori) la qualità di questi libri non andrà mai al di sotto di un certo punto. Nel caso di Edicola il punto è molto in alto. Stiamo parlando di un editore che ha contribuito a portare in Italia Nona Fernandez, quindi, roba seria.

Non fa eccezione questo “Tutta la luce del campo aperto” di Francisco Ovando. Questo è il primo libro di Ovando che viene tradotto e mi sembra di poter dire che anche questo fa parte di quell’attività di scouting in cui una giovane e piccola casa editrice deve imparare ad eccellere. Individuare voci suadenti e piene di carattere è un compito difficile, ma Edicola lo ha sempre portato avanti con classe e perseveranza.

Veniamo al dunque. Questo è un libro che mette in mostra una duplice ossessione. Quella del protagonista del romanzo nei confronti del pittore Alfredo Valenzuela Puelma e contemporaneamente l’ossessione verso la scrittura. Perché ad essere, in generale, un gran bel romanzo, “Tutta la luce del campo aperto” è un grande romanzo che parla di scrittura.
Il protagonista di questo romanzo ha deciso di scrivere un libro su un pittore misterioso e su un quadro da questi dipinto (il quadro viene riprodotto in una cartolina che gentilmente l’editore inserisce nel libro dandoci la possibilità di guardarla e studiarla per bene mentre leggiamo). Alfredo Valenzuela Puelma ha avuto una vita complessa e la sua fine è stata tragica, ma dietro di sé ha lasciato uno stuolo di ammiratori e imitatori. Un terreno perfetto per creare un mito che possa generare ipotesi e teorie. David Arqueros, il nostro protagonista, si tuffa nell’impresa di raccontare la vita dell’artista grazie anche al recupero di alcuni documenti che non hanno avuto molta risonanza. Ne sono stati estrapolati alcuni passi, ma lui, riesce a vedere oltre alle apparenze e si addentra nella materia narrativa che è la vita di ognuno di noi.

Nel fare ciò Arqueros entra anche dentro se stesso e alimenta la sua ossessione. Come ho detto sopra, l’ossessione che il narratore mette in mostra non è solo quella nei confronti del pittore, ma anche nei confronti della scrittura. Alcune delle parti migliori del libro hanno a che fare con le scelte e gli espedienti che Arqueros mette in pratica per scrivere il suo capolavoro. Gli stessi dubbi che qualsiasi scrittore deve affrontare qui sono mostrati in tutta la loro nudità ed analizzati.
Devo dire che per uno che scrive leggere questo romanzo è un aiuto non indifferente. Un po’ come quando si frequentano gli alcolisti anonimi, cerchi di legare con gli altri sulla base di un problema comune.

“Tutta la luce del campo aperto” è un libro davvero molto bello. Lo ha tradotto Giorgia Esposito che, a mio parere, ha fatto davvero un gran bel lavoro.

Buona lettura.


Francisco Ovando, Rancagua 1989 (Cile). Ha fatto parte del programma di scrittura creativa in spagnolo dell’Università di New York. È autore della fantasia apocalittica “Acerca de Suarez” (ed. Pez Espiral, 2016).

Tutta la luce del campo apertovincitore dei premi Roberto Bolaño e José Nuez Martín e pubblicato in Cile da Editorial Cuneta nel 2013, è il suo primo romanzo tradotto in Italia.

 

 

 

 

Pubblicato su Senzaudio.