Narratrice errante e instancabile viaggiatrice, Gabriela Mistral non ha mai dimenticato la sua terra, il Cile, di cui ha cantato la natura e le genti. In occasione dell’uscita del libro illustrato Regno Animale. Prosa poetica dell’acqua e del vento abbiamo chiesto a Giorgia Esposito, che insieme a Maria Nicola è traduttrice del libro, di tradurre per noi anche questo breve brano, che la poetessa cilena ha scritto nel 1923 e che è stato recentemente riproposto nell’antologia “Chile, país de contrastes“, pubblicata dalla Biblioteca Nacional de Chile e curata da Pedro Pablo Zegers Balchet. Scoprite il Cile nelle parole di Gabriela Mistral. Buona lettura! [Nella foto, il deserto di Atacama fiorito]

Un territorio così piccolo, che sulla mappa potrebbe anche sembrare una spiaggia tra la cordigliera e il mare, una parentesi come un gioco di spazio fra i due centauri giganteschi; al Sud il capriccio tragico degli arcipelaghi australi, frammentati, a creare un’immensa lacerazione nel velluto del mare, e le zone naturali, chiare, definite, come il carattere della razza. Al Nord, il deserto, la salina bianca di sole, dove l’uomo si misura nello sforzo e nel dolore. Subito dopo, la zona di transizione, mineraria e agricola, che ha dato alla razza i suoi uomini più vigorosi: sobrietà austera del paesaggio, una sorta di ascetismo ardente della terra. Poi la zona agricola, dal panorama affabile; le macchie gaudiose degli orti e le macchie fitte delle regioni industriali; l’ombra placida del contadino passa spezzandosi per le valli, e le masse operaie brulicano agili nelle città. All’estremo Sud, il tropico freddo, la stessa foresta esalante del Brasile, però nera, spogliata della lussuria del colore; isole ricche di pesca, avvolte in una nebbia violacea, e l’altipiano patagonico, la nostra unica terra dal cielo ampio, dall’orizzontalità perfetta e desolata, pascolo per innumerevoli mandrie sotto le nevi. Piccolo territorio, non piccola nazione; suolo ridotto, inferiore alle ambizioni e all’indole eroica delle sue genti. Non importa: abbiamo il mare…, il mare…, il mare…!