• Perché pur essendo ricco di elementi bolañiani, ha una voce propria e distinta. (Vanni Santoni su La Lettura del Corriere della Sera. La recensione completa è qui).
• Perché è un libro che sfida e sfuma i confini che separano la finzione dalla non-finzione, sottolineando quanto sia pericolosa un’interpretazione univoca della realtà (soprattutto con i tempi che corrono). L’autore Francisco Ovando ne parla in modo approfondito in questo podcast per il quale ringraziamo di il blogger pirata Andrea Sirna.
• Per la splendida traduzione di Giorgia Esposito che si è confrontata con una sfida non semplice, e l’ha decisamente vinta. Come ci è riuscita lo racconta qui.
• Per la sua lingua articolata e misteriosa e per la trama, perfetta per avvolgersi su se stessa come una spirale e risucchiare il lettore (l’ha detto Flavia Capone su Letture Metropolitane, ovvero qui).
• Perché è la storia dei piccioni che predicono il futuro
(quando Paolo Primavera usa questa motivazione vince sempre)