Tra le ultime uscite di Edicola – una casa editrice che vive e pubblica tra Italia e Cile (ma guarda a tutto il Sud America) con l’intento di costruire un ponte di libri e cultura, uno dei marchi più coraggiosi, interessanti e puri del panorama indipendente cartaceo – sono apparsi tre titoli straordinari. Tre vere e proprie perle che hanno in comune la bellezza della sintesi e la forza evocativa dell’attualità intima dell’essere umano, istupidito da globalizzazione e bestiario in odor di dittatura, politica e mentale.

Fratello cervo, di Juan Pablo Roncone (traduzione Giacomo Falconi), è una raccolta di racconti frammentari, secchi, ermetici, che narrano storie di falsi scrittori isolati su un litoraneo, uomini in crisi paterna che tornano nella casa del padre mai conosciuto e non hanno il coraggio di salire le scale per fare un ultimo saluto, colpevoli di omicidi stradali improvvisatisi badanti della madre della vittima, amici cornuti a caccia di volatili, canguri, cervi, oche…

L’autore cileno, selezionato tra i migliori scrittori latinoamericani sotto i 40 anni, compone un mosaico di perdenti, di bipedi relegati in un angolo, consapevoli che la vita poteva essere diversa; determinati, loro malgrado, a portarsi un peso enorme sulle spalle. Con una tecnica cinematografica, velocissima, come un bravo compositore di puzzle letterari, Juan Pablo Roncone scrive un piccolo indimenticabile prontuario del nichilista latino e trasporta il lettore attraverso il Cile, dalla grande città ai suoi confini più nebulosi e selvaggi.

 

Pubblicato su Il Fatto Quotidiano.