Gabriela Mistral è una delle voci più potenti della letteratura sudamericana. Grazie alla collaborazione tra Edicola Ediciones e Pehuén Editores è arrivato in Italia il primo libro illustrato con i testi della grande poetessa cilena, Premio Nobel per la letteratura. Per conoscerla più da vicino leggi il meraviglioso ritratto che Pedro Pablo Zegers fa di Gabriela Mistral, narratrice errante innamorata dell’Italia.

“Gabriela ci ha raccontato il mondo e si è presa cura di descriverci momenti quotidiani ricorrendo a un linguaggio che unisce prosa e poesia. In ogni suo passo si è addentrata nei luoghi e nelle persone, per nutrirsi di esperienze e poi raccontarle ad altri. Nel narrare il suo vissuto, la sua penna ha assunto una forma animata. Ha raccontato le proprie esperienze come si racconta una storia a un bambino, facendo sì che ogni parola si trasformi in vivida immagine.

«Ha vissuto la mistica del viaggio, è stata una creatura vagabonda che ha scambiato la terra per il cielo». E di tutto questo ci ha lasciato molto perché è stata «una scrittrice incurabile, malata d’immaginazione e di realtà», come ha detto di lei Laura Rodrig, che fu la sua prima segretaria. Ed è certo che grazie a questa «passeggera in transito» abbiamo a disposizione tanto da leggere e da scoprire. Attraverso i suoi innumerevoli viaggi, più di quindici in venti anni, la vita della poetessa si è trasformata in un eterno trasloco. È chiaro che amasse viaggiare, lei stessa si definiva un essere «errante» e anche se agli scrittori cileni è sempre piaciuto spostarsi, D’Halmar, Huidobro e persino Neruda paiono dei sedentari al suo confronto.

Quando pensiamo alla nostra poetessa, ci viene in mente «La viajera», il quadro dove il pittore cileno Camilo Mori ritrae una donna in viaggio, vestita elegantemente, con un cappello, un cappotto nero, un foulard al collo e un libro custodito tra le mani. Come Gabriela, la figura del quadro rappresenta l’immagine di una donna in eterno movimento, una donna costantemente proiettata verso un luogo altro. Così come fu Gabriela, che non smise mai di viaggiare e la cui natura errabonda lasciò tracce nella sua scrittura, in quei suoi testi dove si respira una certa irrequietezza di vivere il mondo.

Nello stesso modo, ci si può dedicare a scoprire e approfondire l’immenso amore che Gabriela nutrì nei confronti del Vecchio Mondo, in modo particolare per l’Italia, un paese che visse e percepì come fosse la sua propria terra. L’Italia le sembrava familiare e la sua permanenza fu all’insegna di una vicinanza antica e di una continuità spirituale tra i due paesi, così che dall’ammirazione mistraliana per l’Italia sorse un vincolo misterioso con la terra cilena. Dato che chi emigra tende a confrontare i nuovi spazi con quelli che, pur lontani da casa, gli sembrano conosciuti, fu attraverso la geografia d’Italia e il popolo italiano che Gabriela evocò i propri contesti affettivi, cercando, al tempo stesso, di ritrovarsi nella nuova cultura. «Sono sempre stata vagabonda, ma inizio a diventare sedentaria. Mi sento felice in questa terra. È possibile che viva qui il resto dei miei giorni. Questo è il paese più ospitale, di maggiore qualità umana, capacità e sensibilità artistica che esista al mondo». (Rapallo, 1951).”

Pedro Pablo Zegers B.

Attualmente vice-direttore della Biblioteca Nazionale del Cile, Pedro Pablo Zegers B. ha dedicato gran parte del suo lavoro allo studio dell’opera e della vita di Gabriela Mistral. Incaricato della cura del patrimonio letterario della poetessa Premio Nobel, dal 1980 al 1985 è stato Direttore del Museo Gabriela Mistral di Vicuña.

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