La LOCE, Legge Organica Costituzionale di Insegnamento, fu emanata durante l’ultimo respiro del regime di Pinochet, nel 1990, per rendere valide una serie di misure che aprivano la strada alla privatizzazione dell’educazione, un groviglio legale per poter applicare i concetti neoliberali del mercato all’insegnamento” ci spiega Lola Larra, autrice insieme al disegnatore Vicente Reinamontes del romanzo grafico A sud dell’Alameda. Diario di un’occupazione (Edicola Ediciones, 2018). “In breve, una legge che concepiva l’educazione non come un diritto ma come un business”. Il suo libro inizia proprio da qui, o meglio da quello che è successo in seguito alla promulgazione di questa legge: nel maggio 2006 migliaia di studenti, che ormai da anni subivano le ingiustizie e le disuguaglianze perpetrate dalla LOCE, si organizzano, occupano le strade e le scuole cilene, manifestano per una riforma dell’educazione. È la Rivoluzione dei Pinguini – così la chiamano i giornalisti, ispirandosi alle divise che gli studenti cileni indossano per andare a scuola. Fra i cronisti che raccontano questa storia c’è anche Lola, che ne rimane molto colpita. “Quello che mi sembra sorprendente e di grande interesse è che coloro che hanno iniziato questo lungo processo siano stati degli studenti che nel 2006 erano poco più che adolescenti; quei giovani di 14 e 15 anni hanno mostrato a tutto il Cile quello che non funzionava nel sistema educativo, hanno fatto vedere che quella concezione di educazione era ingiusta e indegna. Hanno gridato in faccia agli adulti che un paese non può rinunciare al bene comune per il beneficio di pochi”, racconta. E così, ha deciso di scriverne un libro.
Maggio 2006 appunto, Santiago del Cile: Nicolas è un ragazzo di buona famiglia, molto più interessato al calcio che all’occupazione della sua scuola, che si trova proprio nel focolaio delle proteste, a sud della Alameda, la strada principale che attraversa tutta Santiago. Ma un motivo per restare c’è: fra gli occupanti c’è Paula, la ragazza di cui Nicolas è segretamente innamorato e che osa sbirciare solo da lontano. Anche “la pazza dei cani” osserva da lontano, con un binocolo, dalle finestre dell’appartamento che si affaccia sulla scuola. La protesta cresce, e più cresce più le ricorda quelle del 1985 contro il regime di Pinochet, quando gli studenti venivano prelevati dalle loro case e dalle loro scuole e sparivano nel nulla. È proprio su questo doppio livello di narrazioneche si innesta il raffinato lavoro grafico di Vicente Reinamontes, che sceglie di raccontare con una specifica scelta cromatica: la preponderanza del rosso e del blu. “Avevo la necessità di guidare il lettore attraverso la narrazione all’interno della scuola, ovvero lo spazio di Nicolas, e nell’appartamento, ovvero lo spazio del personaggio che osserva. Il libro presentava una sfida: come far capire al lettore che quello che succede nelle immagini è un punto di vista diverso da quello di Nicolas, e non un supporto a quello che il ragazzo scrive nel proprio diario?” spiega Reinamontes. Ma questa dicotomia cromatica rappresenta molto di più che uno strumento di narrazione: “questi due colori sono sempre stati trattati come opposti nell’immaginario politico del mio paese: dall’uso che ne hanno fatto i partiti di sinistra e di destra, alla nostra bandiera, che rappresenta il nostro cielo azzurro limpido e il sangue versato dagli indipendentisti. Questa dicotomia e l’associazione politica mi sono sembrate adatte a un libro che parla del pubblico e del privato, di un personaggio che osserva e di un altro che viene osservato, di una generazione segnata dalla dittatura e di un’altra segnata dal neoliberismo” approfondisce l’illustratore.
Le immagini di Reinamontes si intersecano perfettamente con il racconto quasi giornalistico che Lola Larra fa di quei pochi giorni di protesta, lo rendono vivo. Reinamontes, peraltro attivo nella Rivoluzione dei Pinguini del 2006, lavora sulla sua memoria, sul suo immaginario di quei giorni e riesce a immergerci completamente anche il lettore: “Ho dovuto fare l’esercizio di ricordare e ricercare la maggior quantità di elementi quotidiani che fossero caratteristici dell’epoca e del movimento. Per esempio, tra gli studenti, i cellulari Nokia e gli accessori che si usavano per personalizzare l’uniforme; nelle marce, gli slogan e le vignette che venivano riportati sui manifesti; a scuola, le trame dell’adobe [N.d.T, impasto di argilla, sabbia e paglia essicata al sole, utilizzato per costruire mattoni] del cemento e dei fogli dei quaderni, gli album di vecchie fotografie, l’arredamento dell’epoca” ci spiega. Tutto parla di protesta, contestazione, perché “Durante quell’anno era davvero impossibile non vivere in qualche modo la Rivoluzione”.
Ma nella vita di Nicolas, il nostro protagonista, c’è anche un’altra rivoluzione: la presa di coscienza, il passaggio all’età adulta, un processo interiore che trasforma una protesta iniziata quasi per gioco in un vero e proprio ideale. “Ci sono molti livelli di lettura e la strada intrapresa dal protagonista riguarda non solo la trasformazione da una coscienza individuale a una collettiva ma anche un percorso sentimentale verso l’età adulta” conferma Lola Larra. Per questo è un libro che consiglieremmo a tutti i tipi di lettore. C’è chi viene attratto dal contesto storicopolitico in cui è ambientato, chi dalla storia d’amore fra Nicolas e Paula, chi dal fatto che racconta un momento molto difficile della vita, ovvero l’adolescenza. E questo graphic novel ha qualcosa da dire a ognuno di loro.
Dopo la Rivoluzione dei Pinguini, la presidentessa Bachelet ha abrogato la LOCE e ha promulgato la Legge Generale dell’Insegnamento (2009), che per molti è stata solo una pezza. Nel 2011 leproteste sono nuovamente esplose, soprattutto nelle università e in modo ancora più violento. È stato solo allora, durante il secondo governo Bachelet, che è iniziata la vera Riforma Educativa che continua ancora oggi, anche se fra molte polemiche. Oggi nel 2018 gli studenti scendono in piazza, in particolare le studentesse, per protestare contro le molestie e gli abusi di potere negli atenei. La Storia ritorna, come un’onda e forse questi ragazzi mentre urlano i loro slogan femministi pensano ai pinguini di qualche anno fa. “Io credo che siano eredi gli uni degli altri – dice Larra – che gli studenti di oggi si vedano riflessi e si sentano interpellati da ciò che hanno fatto i loro colleghi in passato, almeno questo è quello che mi piace pensare”.
Pubblicato su La Scimmia dell’Inchiostro.