Sono ormai due anni, o qualcosa di più, che Eleonora del canale YouTube misstortellino ha creato quella splendida iniziativa che porta il nome di BookTubeItaliaLeggeIndipendente (o BTILI). Ogni mese, l’ultimo giorno del mese, i partecipanti a questo progetto parlano di un titolo che hanno letto, preso dal catalogo della casa editrice indipendente scelta per quel mese.

Un’iniziativa florida che ha portato tante persone insieme, che contribuisce allo scambio di idee e aiuta a districarsi nel difficile panorama editoriale italiano. Dal progetto madre, qualche tempo fa, nasce il #LetTOURindie, ovvero una lettura condivisa molto particolare: un libro, offerto da una casa editrice, viene letto da più persone che se lo passano di mano in mano. Il libro viaggia per tutta Italia e insieme ad esso tutti gli appunti, le note, le sottolineature e le riflessioni che i vari lettori hanno deciso di riportare nel volume. Un’esperienza di lettura che arricchisce e che nutre lo scambio di opinioni. Seppur collaboratori saltuari, non potevamo perdere l’occasione di partecipare a un progetto del genere.

Il titolo che abbiamo scelto è Kramp, di Maria José Ferrada tradotto da M. Rota Núñez e pubblicato da Edicola Ediciones (casa editrice dalla storia interessante, che potete scoprire qui). Il volumetto in questione è arrivato nelle nostre mani carico di appunti e segni a matita.

La storia è delle più semplici, anche perché esce dalle labbra di una bambina. M., così la conosciamo, è figlia di D., un commesso viaggiatore  rappresentante della ditta Kramp. L’uomo dalle scarpe lucide viaggia insieme alla sua valigetta, alla ricerca del prossimo ferramenta o negozio al quale strappare un contratto.

Ovviamente il mestiere di D. non è adatto a una bambina, che dovrebbe avere una vita normale, andare a scuola, giocare con gli amici, e non intrattenersi nei bar delle piazze dei vari paesi in cui il padre va in pellegrinaggio. Eppure. M. è attratta dal lavoro del padre, dal rituale compiuto ogni volta che riesce a strappare una vendita e dalle chiacchiere e le storie al bar.

La ragazzina cercherà col padre un compromesso e, alle spalle della madre, che sembra assente, accompagnerà il padre nei suoi viaggi di lavoro. Non solo, ne diventerà parte attiva, truffando i negozianti per convincere che la Ditta Kramp è la migliore.

Però Kramp non è solo questo. La narrazione trova un modo tutto suo di far ragionare il lettore attraverso la logica del piccolo nel grande, del tutto nel dettaglio. Siamo all’epoca dello sbarco sulla Luna e delle grandi conquiste aereospaziali. L’uomo ridimensiona il proprio ego nell’universo e comprende che è irrilevante per il suo funzionamento. D. e M. discutono di come l’esistenza di un qualcosa di così grande come un razzo sia da imputare a qualcosa di estremamente piccolo, come un bullone. Un ragionamento che, sebbene possa sembrare scontato, oppure troppo difficile da comprendere appieno, viene assimilato con estrema facilità dalla piccola M.

Allo stesso tempo il Cile si ritrova a vivere un periodo che segnerà profondamente chi l’ha vissuto, declinato poi da vari artisti alla ricerca di risposte su come sia stato possibile il fenomeno dei desaparecidos e della dittatura di Augusto Pinochet. Un evento in particolare causa la perdita di spensieratezza della piccola M.

Questo mina il rapporto tra padre e figlia, creando un divario che alla fine, non potendosi proprio colmare, sfocia in un muto addio. La perdita dell’innocenza distrugge tutte le barriere che distorcevano la figura paterna.

Con uno registro semplice adatto al tipo di narratore, si scoprono grandi quesiti che spesso non necessitano risposte. La prosa è scorrevole e non risente del punto di vista infantile, nemmeno quando tratta tematiche importanti. Il testo mantiene una freschezza carica di significato. Una lettura solo apparentemente banale e capace di toccare i tasti giusti. Il lettore ha la sensazione di vivere una fiaba ma la realtà dei fatti lo trattiene inevitabilmente a terra.

Pubblicato su Radicalging.