Tra le ultime uscite di Edicola – una casa editrice che vive e pubblica tra Italia e Cile (ma guarda a tutto il Sud America) con l’intento di costruire un ponte di libri e cultura, uno dei marchi più coraggiosi, interessanti e puri del panorama indipendente cartaceo – sono apparsi tre titoli straordinari. Tre vere e proprie perle che hanno in comune la bellezza della sintesi e la forza evocativa dell’attualità intima dell’essere umano, istupidito da globalizzazione e bestiario in odor di dittatura, politica e mentale.

Criacuervo, dell’autore colombiano Orlando Echeverri Benedetti (traduzione di Marta Rota Núñez) è un inno ai finali aperti e alla libertà immaginativa del lettore. Si tratta di una storia tagliata in due parti con un ipotetico coltello affilato. I fratelli Klaus e Adler Zweig vivono a Berlino, innamorati della stessa ragazza-bambina, fino a quando i genitori non muoiono in un incidente stradale e sono costretti a trasferirsi ad Amburgo, dal nonno paterno, individuo duro, anafettivo e nostalgico destrorso. Le strade di Klaus e Adler si divideranno dopo l’adolescenza. Il primo finirà a fare il sommozzatore su una petroliera al largo del deserto colombiano, il secondo diventerà un nuotatore attratto dalle vittorie facili. Sebbene le strade siano opposte, geograficamente e umanamente, ai due verrà data la possibilità di rivedersi nella desolata, ventosa e arida Criacuervo grazie al collante Helen, la ragazza ormai donna che aveva condiviso con loro la giovinezza.

Con uno stile leggero, attento ai dettagli del quotidiano, impastato con la capacità di raccontare gli esseri marginali alla Denis Johnson (citato nel testo), Criacuervo è un libro vero, reale, cattivo, che non lascia speranze durante il narrato, ma che apre comunque possibilità di interpretazione ai lettori grazie alle ultime immagini soltanto accennate. Un vero e proprio gioiello.

 

Pubblicato su Il Fatto Quotidiano