È un misto di incanto e di follia. È un mondo in cui fiaba e realtà si incontrano, e proprio queste due sfaccettature danno vita al melodramma. È un romanzo che assume ora toni drammatici, ora ironici, ora mitici; un vasto panorama simbolico si staglia all’orizzonte, diventandone la cornice. Simbolicamente ogni personaggio vive e muore, appare e scompare, si riproduce.

Adrés Montero è uno scrittore cileno, un coraggioso artista che sa unire gli stili. Crea un’opera che non solo merita di essere letta, ma che va meditata. Tony Nessuno è fresco, cattura e inchioda il lettore. La trama è semplice e lineare, ma proprio questi sono i punti di forza del libro. Oggi è difficile pensare linearmente; le storie contorte invadono il mercato, ma in esse nessun tema viene sviluppato. Qui è diverso, spicca la morale della favola e qualcosa mi dice che a Montero piace tanto Borges.

Il libro parte con una nota. Tony è il nome con cui in Sud America vengono chiamati i pagliacci. Le sue origini sono misteriose. Arriva al circo della famiglia Garmendia all’improvviso, lasciato in dono insieme a due volumi antichi de Le mille e una notte. Nessuno riesce a scoprire qualcosa sul suo passato. Forse ha origini arabe, come quell’uomo che durante la trattativa con il capofamiglia si è spacciato per il padre.

Qui comincia la sua avventura che si lega a quella di Javiera, trapezista, che a causa di un infortunio non potrà più esibirsi e dovrà ritirarsi dalle scene. Altro non resta a Javiera se non leggere… leggere quegli unici due volumi che circolano per il capannone; e sarà proprio la lettura che la trasformerà in quella Shahrazād, figlia maggiore del Gran Visir del re di Persia, Shahriyār, che, come vuole la leggenda, si diede in sposa al monarca per fermare l’eccidio delle spose. E grazie a questa reincarnazione il circo Garmendia vivrà un’altra vita. Ogni sera, infatti, Javiera racconterà una fiaba, ogni sera sarà un successo, ogni sera rivivrà la leggenda.

E il piccolo Tony che ruolo avrà? Logicamente, né risponderò né vi lascerò intendere qualcosa.

Mito e realtà si incontrano; la forza del racconto orale si tuffa in quello scritto. La leggenda narra che chi leggerà l’ultima fiaba de Le mille e una notte morirà, ma tutti sono curiosi di giungere alla fine, anche Tony e Javiera. Con uno stile tutt’altro che romantico, Montero ci trascina in un mondo in cui tutti si lasciano affascinare dal mito e dal mistero; e proprio queste forze occulte smuovono le coscienze dei personaggi, che lottano tenacemente per appropriarsi di una identità. Il circo è anche il luogo in cui le emozioni vengono edulcorate; è il primo passaggio verso la spettacolarizzazione dell’essere.

In questa stupenda cornice trovano casa anche Shahrazād e Shahriyār, due personaggi frutto della fantasia di un pensiero universale.

Pubblicato su Gli Amanti dei Libri.