Mi beccai due schiaffi feroci, uno per ogni guancia. Poi Malaquías se ne andò e mi lasciò sola. Quella sera desiderai andarmene dal circo per sempre. Avrei portato Shahriyàr con me e l’avrei protetto. L’avrei portato via dal circo prima che lo cacciassero. Ce ne saremmo andati a lavorare in un altro circo. O avremmo trovato le nostre famiglie là fuori. O avremmo lasciato il paese. Ce ne saremmo andati in giro per il mondo. “Perché piangi?” Fátima era tornata dalla sua notte di jureles. Non l’avevo sentita entrare nel camerino che ancora condividevamo. E allora la guardai nella penombra e pensai di confessarle tutto, di dirle quello che mi faceva Malaquías di notte, di dirle che me ne andavo dal circo, che portavo Shahriyàr con me e che non mi avrebbero più visto, non mi importava di non essere una Garmendia, sarei stata me stessa là fuori oppure mi sarei reinventata. Fátima accese una candela e si avvicinò al mio materasso. “Ah, piccola, guarda, sono gocce di sangue queste? Cavolo, devi stare più attenta con le tue cose. È per questo che piangi? Ma tranquilla, è una cosa che succede a tutte. A volte in quei giorni siamo un po’ più tristi. Be’, non importa, però cerca di non macchiare il letto con il sangue, ti passo io qualche tampone. Dovevi chiedermeli, cuginetta.”

Tony Nessuno, Andrés Montero, Edicola. Traduzione di Giulia Zavagna. Sfolgorante romanzo d’esordio con cui Andrés Montero si è aggiudicato l’edizione del duemiladiciassette – e non si fa affatto fatica a credere che una prosa del genere, geniale, suadente, sensuale, immaginifica, colorata, colorita, varia, ampia, complessa ma mai ostica, simbolica e molteplice, colta e dotta, ricchissima di livelli, riferimenti, chiavi di lettura e di interpretazione, possa esser considera degna di importanti riconoscimenti, anzi, ci si stupirebbe assai del contrario – del Premio Iberoamericano de Novela Elena Poniatowska, racconta la vita all’interno del Grande Circo Garmendia, che, a dispetto del nome senza dubbio altisonante, non è in verità altro che un misero, marcescente e polveroso baraccone di provincia. L’asfittica quotidianità viene però rivoluzionata dall’arrivo di un misterioso arabo che lascia in dono al capofamiglia uno strano bambino senza nome e due libri antichi. Le cui potenti parole cambieranno per sempre il destino di tutti… Il realismo magico tocca una nuova vetta e si arricchisce di ulteriori sfumature: da non lasciarsi sfuggire per nessuna ragione al mondo, semplicemente stupendo sin dalla copertina.

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