(d)istruzioni d’uso per una macchina da cucire
€6.99 – €14.00
Intimo e polifonico, poetico e brutale,
il testo di Eugenia Prado Bassi è un luminoso manifesto di liberazione e sorellanza.
Un manuale di (d)istruzione del sistema attraverso la forza della comunità.
Un gruppo di donne lavora in un laboratorio tessile con turni logoranti e uno stipendio da fame. La macchina da cucire, che avrebbe potuto rendere il loro lavoro più leggero, rapido e redditizio, si è rivelato un ulteriore strumento di oppressione.
Tra loro c’è Mercedes, operaia qualificata, che attraverso il suo diario si fa portavoce dell’intera comunità di donne operaie, raccontandone le storie di abuso e sofferenza, ma anche la tenace ricerca di emancipazione.
Al centro di tutta la narrazione c’è il corpo della donna, stanco e abusato, ma palpitante, un territorio sul quale continua a consumarsi la tensione tra libertà personali, diritti negati – primo fra tutti l’aborto – e aspettative sociali.
«Parlare, come se il nostro privato non ci appartenesse, come se ognuna di noi potesse diluirsi nel paesaggio delle altre. Come se fossimo tutte una sola voce con un solo ritmo e una sola modulazione.» Eugenia Prado Bassi
«Eugenia Prado Bassi sa che non esistono ricette facili per raccontare l’emancipazione femminile. Quello che si può fare è immaginare uno spazio in tensione, dove il passato diviene tesoro per il presente, dove i corpi in figura che popolano il tempio del cucito rivelano le loro cicatrici sanguinanti e, al tempo stesso, tracciano una zona, collettiva e plurale, di dissidenza, di denuncia.» Laura Scarabelli
Leggi qui le prime pagine